Programma
EROS SELVANIZZA
TRACCIA PRIMA LEZIONE TEORICO/PRATICA - YOGA
Nella presentazione –via Volturno- è stato illustrato il titolo di questo corso: “yoga scienza del movimento scienza dell’immobilità” evidenziando come, oltre alla conoscenza approfondita delle leggi che governano il funzionamento del corpo, gli yogi dell’antichità avevano anche esplorato un mondo nuovo eppure antico che riguarda un'illustre sconosciuta – almeno per gli occidentali: l’immobilità.
Immobilità che deve essere compresa nel suo significato più vasto riguardante certo il corpo fisico ma anche aspetti per così dire meno “corporei” come il respiro, la mente e gli aspetti più sottili, meno evidenti, ma non per questo meno reali, che caratterizzano l'individuo (es: il senso dell’io).
Nella prima lezione ci occuperemo dell’aspetto piu concreto considerando essenzialmente il corpo da un punto di vista yogico ma in relazione all’anatomia e alla fisiologia occidentale che costituiscono la base della vostra formazione.(Scienze Motorie).
-Ricordo che uno degli scopi del corso è quello di integrare conoscenze che riguardano i vari “corpi” della tradizione yogica: fisico, energetico, mentale, emozionale che abbiamo già introdotto nella conferenza di apertura.
Gli strumenti che studieremo nei nostri incontri e che adotteremo per giungere all’integrazione sono: il rilassamento, le posizioni, la respirazione, il controllo delle energie tramite il respiro, l'immunità sensoriale, la concentrazione e la meditazione.
Cominciamo in questa sessione con lo studio delle posizioni chiamate ASANA (dalla radice sanscrita “as”: stare correttamente seduti in attitudine di ascolto) che hanno i seguenti requisiti, distintivi da ogni altra forma di esercizio fisico:
essere mantenuti a lungo, rilassati, immobili, con consapevolezza del respiro e consapevolezza degli stati mentali.
L’esperienza yogica fondamentale è volta a produrre in maniera controllata cambi negli stati di coscienza (teoria degli stati di coscienza) per sperimentare nuove forme di realtà consentendo agli stati di coscienza ordinari di venire relativizzati ed integrati in un contesto conoscitivo ben più vasto e completo.
Essenziale per questo partire dall’immobilità corporea (concetto provocatorio per la nostra cultura occidentale) intesa innanzitutto come un controllo rigoroso (aspetto statico) che si riflette poi positivamente su una migliore gestione del movimento (aspetto dinamico). Tuttavia, specialmente per venire incontro alle esigenze degli occidentali (molto spesso troppo agitati!), molti asana hanno oltre alla parte statica una dinamica che costituisce una preparazione ed un avvicinamento (progressione) all’asana vero e proprio.
Fondamentale per la pratica è la comprensione del rachide insieme alle principali strutture che ne determinano la formazione e le modifiche nei suoi aspetti statici e dinamici.
Cenni di antropologia posturale, di statica e cinematica fisiologica permettono di meglio comprendere il funzionamento dell’asana non soltanto sul piano fisico ma anche su quello energetico e mentale.
Tali nozioni consentono inoltre di eseguire asana particolarmente complesse che richiedono doti di forza e di equilibrio senza rischiare danni che non solo sono potenzialmente lesivi ma che contraddicono un principio fondamentale delle pratiche yogiche: lo yoga ben fatto deve fare bene; non deve quindi nè lasciare indifferenti, cioè senza risultati apprezzabili, nè tantomeno nuocere ma deve produrre nell’unità corpo/mente effetti benefici.
Considerando come l’allungamento è fattore essenziale delle pratiche yogiche una prima considerazione riguarda il limite a cui si può spingere utilizzando l'asana; risulta evidente come viene abbondantemente superato il normale limite fisiologico sino a giungere a quello anatomico.
Necessitano nella comprensione delle possibilità sull’allungamento muscolare -la cui utilità riguarda livelli corporei mentali e quelli di ordine evolutivo- nozioni di fisiologia relative ai principi scoperti dal Golgi e quelli riguardanti l’inibizione reciproca.
Essenziali sono anche le considerazioni relative al rilassamento -vastissima materia- che deve necessariamente precedere la fase di allungamento muscolare.
Altro elemento caratteristico dello yoga è la nozione di controllo sul piano corporeo, respiratorio, mentale, emozionale, relazionale; particolarmente significativo quello esercitato sul ritmo lombo-pelvico determinante per un corretto assetto posturale particolarmente rivolto all’integrità del rachide non soltanto relativamente alle sue funzioni anatomiche e fisiologiche ma anche come prezioso contenitore di particolari centri di coscienza e di energia.
L’esame di un asana capovolto -es: sarvangasana- permette di valutare gli effetti sul corpo/respiro/mente del sistematico utilizzo di posture invertite; lo studio di una posizione di torsione -ardha matsyendrasana- consente di esaminare gli effetti di un'altra specificità delle posture yogiche; in nessun'altra attività fisica il corpo viene sistematicamente e in modo continuativo capovolto e sottoposto a rotazioni dei corpi vertebrali come nello yoga con tutte le benefiche conseguenze.
A questa traccia di lezione teorico/pratica -1 modulo- seguiranno altri moduli che prenderanno in esame -sempre in teoria e pratica- il respiro; il rilassamento; la concentrazione; il ritiro dei sensi; la meditazione
Enunciato yogico che stabilisce le regole basilari per il lavoro sul corpo: “la posizione adottata - ASANA- deve essere stabile e piacevole.”
Campus Parma, 2 Marzo 2011
TRACCIA SECONDA LEZIONE TEORICO/PRATICA YOGA
RESPIRAZIONI YOGICHE
Nel 1° modulo abbiamo esaminato e praticato – almeno a livello introduttivo – i principi yogici fondamentali relativi soprattutto al corpo fisico ( ricordo che sono stati elencati anche gli altri “corpi” della tradizione yogica ).
Oggi parleremo di aspetti che riguardano anche il corpo fisico evidenziando pero’ la componente respiratoria vista nella sua funzione di atto involontario e di atto volontario: quest’ultimo aspetto introduce al grande capitolo delle tecniche di controllo respiratorio sia nella loro forma dinamica che statica, specificità delle pratiche yogiche .
L’analisi dei parametri respiratori (ampiezza, frequenza, regolarità , pause espiratorie, pause inspiratorie,fluidità etc.) consente di comprendere meglio l’ importanza del respiro e la sua influenza sui piani fisiologici, psicologici, emozionali.Come un determinato stato fisiologico, psicologico, emozionale si riflette sul il respiro cosi – e qui sta la particolarità degli interventi yogici - modificando il respiro , controllandolo volontariamente con opportune tecniche, i suddetti stati vengono modificati e controllati.
Da cio’ si puo’ intuire l’importanza della corretta gestione del respiro per gli interventi sulla salute in generale su attività e performance sportive ed altro ancora .Base per l’ applicazione delle tecniche respiratorie è la comprensione del funzionamento dei centri nervosi del respiro, dei muscoli respiratori , delle tre respirazioni di base toracica, addominale, diaframmatica e la loro relazione con stati fisiologici e psicologici ;(es: a quale stato mentale corrisponde un respiro di tipo addominale ?) Fondamentale è il corretto funzionamento del muscolo diaframmatico cosi come la conoscenza delle “possibilità “inspiratorie ed espiratorie (capacità respiratoria; ventilazione , perfusione ; riserva inspiratoria ed espiratoria ,etc) per attuare le raffinate e possenti respirazioni yogiche.
La conoscenza della fisiologia dell’ apparato respiratorio consente di comprendere, ad esempio, l’importanza di respirare con il naso (funzione di scambiatore termico dell’aria , di filtro ) mentre la conoscenza della fisiologia energetica yogica stabilisce l ‘importanza del naso per la “cattura” dell’energia e la sua veicolazione in particolari aree del corpo attraverso una rete di distribuzione diversa da quella che seguono ordinariamente i fluidi (sangue,linfa.etc).
L'osservazione della dinamica respiratoria consente di cogliere le componenti stressogene (oggi cosi presenti nella società sotto forma di inquinamento chimico, ottico, acustico, elettromagnetico, psicologico, etc) che alterano il respiro; opportune tecniche fisiche (asana) consentono di sbloccare aree contratturate che impediscono la corretta espansione e funzionamento di quella parte. Classica a questo proposito è l’osservazione del respiro addominale molto spesso bloccato o impedito da contratture di origine posturale e psichica che non consentono un funzionamento corretto del diaframma e un adeguato massaggio del plesso solare. Ricordo che uno degli aspetti degli asana (1° modulo) è quello di attivare l’ apparato respiratorio nelle varie aree del corpo costringendo il praticante ad esercitare quella parte (L’esempio relativo a sarvangasana è, a questo proposito, significativo ).
Dopo aver compreso gli aspetti basilari della respirazione si puo’ introdurre un aspetto squisitamente orientale che concerne l' energia o prana (conosciuto con nomi diversi nelle diverse arti e scienze dell’ oriente) e affrontare lo studio del PRANAYAMA che non solo produce significativi cambi nella dinamica respiratoria fisiologica - modifica del tasso di O2 di CO2 della ventilazione e perfusione - ma anche e soprattutto nella gestione delle energie sottili. Le tecniche di pranayama (per citarne alcune bastrika “il mantice” ; nadisodhana ,”respirazioni a narici alterne” ujjiayi “ respiro con controllo della glottide”) oltre a produrre evidenti cambi nella fisiologia respiratoria agiscono particolarmente sul “corpo” energia (pranamayakosha ) costituito di una rete di condotti – non coincidenti con quelli nervosi ,sanguigni o linfatici - chiamate “nadi” che veicolano l’energia nei vari distretti corporei. Il concetto di energia cosi come concepito nella visione yogica è in sintonia con quello della moderna fisica secondo cui la materia nella sua natura piu’ sottile è essenzialmente energia ; un concetto per certi versi “rivoluzionario “ in quanto se è abbastanza comprensibile che la materia contenga energia non è cosi evidente pensare che la materia è una “variante” dell’energia e che la materia, nella concezione yogica e della fisica moderna è una forma di energia “condensata”.
Millenni fa gli yogi intuirono questa realtà e le tecniche di pranayama agiscono proprio a questo livello piu sottile di quello materiale . Il 2° modulo si occuperà comunque prevalentemente della riattivazione dell’apparato respiratorio “esterno” ed “interno”( senza entrare in merito alle dinamiche energetiche comunque citate, in quanto parte integrante della conoscenza yogica). Il lavoro sulla parte esterna concerne , come già accennato, attraverso l’uso di particolari posture –asana-, nello sblocco di aree respiratorie (addome, torace, fianchi, dorso, area subclavicolare) consentendone il massimo utilizzo e il loro funzionamento in armonia, mentre il lavoro sulla parte interna consiste nel “dispiegamento “della massima superficie alveolare (parenchima) attraverso la modulazione delle pressioni polmonari (creazione di pressioni negative e positive) ottenute con particolari respirazioni ( es .:ujjyai) e le variazioni spazio/temporali del respiro.
“Respirare è vivere ;respirare bene è …vivere bene!”
Campus Parma, 10 marzo 2011
TRACCIA LEZIONE TEORICO/PRATICA 3° MODULO SCIENZE MOTORIE
IL RILASSAMENTO
Nel 2° modulo abbiamo considerato gli aspetti respiratori che riguardano le pratiche yogiche . Parleremo oggi di un aspetto fondamentale non solo dello yoga ma concernente la vita stessa :il rilassamento. E’ evidente la necessità di mantenere uno stato di calma e serenità mentale in ogni situazione che si presenti potendo in questo modo gestire in modo piu efficiente ed efficace gli eventi esterni ed interni; cio presuppone pero’ la capacità di potere restare rilassati senza lasciare che tensioni di vari tipo, fisiche, mentali, emozionali possano influenzare la nostra condotta. Lo stato rilassato consente di reagire diversamente agli stimoli esterni –ma anche interni- e consente in sintesi il passaggio dalla reazione molto spesso di tipo istintivo all ‘azione vera e propria che ci svincola dalla nostra natura inferiore e ci consente un grado di libertà piu elevato. Ogni tensione muscolare è espressione e a sua volta alimento di tensioni mentali e per la reciprocità del principio somatopsichico agendo- attraverso le speciali posizioni yoga che hanno precise caratteristiche esecutive- sul corpo si influenzano, in modo indiretto ma comunque efficace ,le componenti psichiche che sono la vera causa delle tensioni mentali. (Speciali tecniche meditative -4 ° modulo- consentono di agire in modo piu’ diretto sul piano psichico.) Cosi operando possono essere superate senza sforzo le barriere fisiologiche portandosi al limite delle barriere anatomiche restituendo al corpo il massimo di flessibilità. Come esaminato nella presentazione la pratica del relax costituisce un vero e proprio antidoto alla simpaticotonia che caratterizza il tempo in cui viviamo cosi agitato ed accelerato con accentuazione del distress e relative conseguenze. Il rallentamento della frequenza respiratoria e regolarizzazione dei cicli respiratori, la riduzione del consumo di ossigeno, il rallentamento della frequenza cardiaca, l'aumento della resistenza elettrica cutanea,l’aumento della sincronizzazione dell EEG (cioè aumento percentuale onde alfa) accompagnano lo stato di relax e consentono dopo un periodo di intenso stress di recuperare completamente le energia eliminando le tensioni residue (Grafico ospedale di DERADUN) La patogenesi di una sofferenza di tipo tensivo-miositica evidenzia come una tensione muscolare (di diversa origine, da trauma, da tensione emotiva, da infezione o imobilizzazione) porta a ischemia o edema e relativa infiammazione da cui la reazione fibrosa (ridotta elasticità muscolare, limitata mobilità articolare, inadeguata funzione tendine, accorciamento fasciale) sino alla compromissione funzionale. Se gli effetti fisici o prevalentemente fisici del relax agiscono in senso inverso a quanto sopra descritto, gli effetti piu mentali riguardano una maggiore calma mentale, la migliore organizzazione dei pensieri, maggior creatività, migliore consapevolezza un ottimizzazione del binomio sforzo/risultato. Le tipologie del relax comprendono forme di relax di tipo attivo, passivo, centripeto, centrifugo, su punti, sugli organi, parziali, totali. Tra le specialità yogiche del relax figura la pratica di yoga nidra una forma di relax che contemporaneamente diminuisce o elimina non soltanto le tensioni di tipo fisico ma ‘anche quelle mentali ed emozionali con notevoli risultati sul piano dell’ economia dell energia (30 minuti di yoga nidra opportunamente praticato equivalgono a 3/ 4 ore di sonno). Infine (4° modulo°) ogni “affermazione” dell’ ego –inteso in senso negativo-si manifesta con tensioni muscolari-per cui modulando le tensioni muscolari e di riflesso quelle mentali si “ridisegnano “ i contorno dell ‘io allargandoli, rendendolo meno esclusivo e piu inclusivo ;la non consapevole identificazione (Asmita) con un io ristretto è –secondo i principi yogici –tra le cause causa principali di sofferenza (dukka) ostacolo alla felicità a cui ambiscono tutti gli esseri.
Eros Selvanizza
TRACCIA LEZIONE TEORICO/PRATICA 4° MODULO SCIENZE MOTORIE UNIVERSITA’ PARMA LA CONCENTRAZIONE
Dopo aver trattato nelle precedenti lezioni degli aspetti fisici, respiratori e del rilassamento yogico oggi esaminiamo –almeno a livello introduttivo- la concentrazione yogica. Ma che cosa in realtà si concentra? Sembra ovvio rispondere di concentrare la mente. Si pone però il problema di rispondere al quesito: cos’è la mente? Perché se si desidera cogliere più consapevolmente il senso della concentrazione è necessario conoscerne lo strumento principale (appunto la mente). Innumerevoli spiegazioni provenienti dalla psicologia, filosofia etc sono state date per definire la mente; la visione yogica che più si avvicina alla terminologia del mondo moderno è quella di assimilare la mente ad un insieme di computer; tutti ormai sanno che cos’è un programma(software) per pc: un insieme di istruzioni che “organizzano “ il lavoro della circuteria (hardware) del computer la quale svolge i compiti assegnati. La mente è quindi un insieme di istruzioni, di condizionamenti (e il cervello -che è differente dalla mente- a sua volta riproduce i programmi mentali attraverso la fantastica rete di comunicazione neuronale) che ci porta a reagire molto spesso in modo automatico agli eventi. Particolari pratiche yogiche preparatorie alla concentrazione come il prathyara, che consiste nel ritiro volontario dai normali canali d’informazione –i sensi- e nel liberarsi dai condizionamenti interni provenienti dall’ inconscio, consente di prendere coscienza del modo in cui funzionano i programmi attivati e di intervenire con una programmazione volontaria e consapevole che svincola dalla classica programmi per reazione per sperimentare invece l’azione ( che ovviamente è molto piu libera dai condizionamenti che non la reazione.) E possibile cosi sperimentare quel particolare stato di coscienza che chiamiamo LIBERTA’: liberi appunto dalla schiavitu’ delle reazioni dovuti ai condizionamenti dei programmi mentali che molto spesso sono imposti dal mondo esterno con le sue discutibili e spesso deleterie influenze . Il concetto di mente va ben oltre questa sinteticissima e per certi versi riduttiva definizione la quale però dà almeno una idea di funzionamenti interni di cui si ha scarsa consapevolezza. Cosi quando si parla di concentrazione si parla della possibilità di focalizzare la mente, normalmente impegnata giorno e notte in tantissimi compiti –i sogni sono una prova dell’attività notturna della mente- su un oggetto concreto, un principio o un ideale o su particolari immagini o suoni o ancora su particolari aree del corpo per sottrarla agli automatismi e imparare ad usare e utilizzare l’enorme potenziale in essa contenuto . Un esempio di concentrazione in natura è fornito dal classico esperimento della lente che, concentrando i raggi solari, puo’ sviluppare grandi temperature e provocare incendi o dal piu moderno esempio del laser, luce concentrata che puo’ sviluppare potenze tali da tagliare i metalli . Nella concentrazione viene esercitato consapevolmente il potere di selezione della mente stessa che può discriminare ad esempio in un orchestra il gruppo dei violini e all’interno di esso un particolare violino ; potere di selezione dovuto alla capacità di concentrarsi che conduce a scegliere, decidere ed agire in modo più efficace ed efficiente . Le condizioni per intraprendere esercizi semplici di concentrazione sono – come nello esempio della lente- quelle di mantenere la mente focalizzata in un punto e di mantenerla per un tempo sufficiente. Gli ostacoli alla pratica della concentrazione sono relativi al corpo fisico –dolori e disturbi inevitabilmente richiamano la coscienza sottraendola all’ oggetto di concentrazione – e al corpo di energia –nozione questa ancora molto discussa in occidente ma ben presente nell’ arte yogica – i cui “blocchi “ impediscono l’armonico fluire del flusso dei pensieri . Notevoli sono poi gli ostacoli costituiti da alterazioni del corpo emozionale che cosi grande influenza ha sulla vita. Vi sono poi ostacoli più specifici del corpo mentale come la velocità dei pensieri e l’assenza di risultati, le distrazioni e le preoccupazioni. Per ognuno di essi si adottano rimedi che permettono di superare le difficoltà a concentrarsi. Per esempio per conoscere e gestire la velocità e il numero dei pensieri si assume una particolare attitudine coscienziale di “spettatori” del mondo interiore in cui si osservano i pensieri come si osserva il flusso autostradale mettendosi fermi sulla corsia di emergenza; ci si rende conto allora di come si era immersi inconsapevolmente in un traffico velocissimo proprio come veloce è il flusso dei pensieri; divenuti consapevoli del mondo interiore, della sua dinamica, del suo modo di funzionare (non teoricamente ma esperienzialmente ) si possono concentrare le energie, normalmente assorbite dal grande numero di pensieri automatici, ed estrarre dalla mente, controllandole, le grandi potenzialità in essa contenute. I risultati della concentrazione si collocano sul piano fisiologico con effetti perfino spettacolari – es: grafia ematica- il potenziamento del sistema immunitario e soprattutto lo sviluppo delle capacità intuitive che segnano un balzo in avanti nel processo di evoluzione della coscienza . Infine la concentrazione è passaggio obbligato che consente di sperimentare antiche e straordinarie tecniche di meditazione.
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